La mia ricerca si sta concentrando sempre di piu' sulle case a patio, inteso sia come corte interna che come presa di luce/aria necessaria alle stanze piu' interne dell'abitazione. Questo schema tipologico, vecchio di secoli ed impiegato dalle culture piu' diverse, permette di usare in maniera molto densa i lotti di terreno, solitamente aumentando la profondita' delle abitazioni e contemporaneamente riducendo la loro larghezza (negli schemi insediativi più densi la larghezza minima è di una stanza piu' un passaggio di almeno 1m).
Questa tipologia viene fortemente impiegata in paesi quali il giappone, dove l'interiorità della casa è un aspetto condiviso dalle persone; inoltre le condizioni del contesto urbano rendono questo schema una soluzione quasi obbligata in molte situazioni, questo perche' le case vengono costruite a distanze minime tra loro. Le realizzazioni riguardano case unifamiliari su piu' piani, dove talvolta la corte interna è l'unica fonte di luce/aria della casa. Considerando la vicinanza di queste costruzioni unifamiliari, si puo' interpretare questa soluzione urbana come una gigantesca serie di case a schiera, ognuna costruita in autononia e con un proprio stile. Ciò ricorda molto da vicino il ragionamento che sta alla base della pianificazione che West8 ha attuato per l'insediamento di Borneo-Sporenburg ad Amsterdam dove la progettazione esecutiva delle costruzioni è stata affidata ad un gruppo di architetti che hanno dato interpretazioni diverse partendo dalle stesse contingenze, soluzioni dei vari architetti coinvolti nel progetto evidenziano la vitalità che questa tipologia continua ad offrire.
Oltre a questo esempio di ampio respiro, ci sono progetti e realizzazioni molto valide degli anni '50, '60 e '70 soprattutto in ambiente anglosassone (dedicherò una descrizione più approfondita dell'argomento in un post futuro). Attualmente vi è una riscoperta delle potenzialità offerte da questa tipologia sia per un rinnovato interesse disciplinare, sia per aspetti legati alla redditività degli interventi immobiliari, sia per aspetti legati alla necessità di una maggiore densificazione delle città al fine di renderle maggiormente sostenibili. Maggior densità territoriale singnifica infatti maggior sostenibilità per la realizzazione di servizi sociali-culturali-economici per la cittadinanza ed al contempo permette un ridotto utilizzo dell'automobile a favore di sistemi di spostamento alternativi e/o pubblici.
Tornando alla tipologia a patio, si nota come questo sistema permetta ottime soluzioni progettuali quando è applicata a case unifamiliari aggregate e sviluppate su più piani, mentre presenta dei limiti nei casi in cui più abitazioni debbano affacciarsi sullo stesso patio. Ovviamente questo limite è diversamente percepito in base ai Paesi dove le case vengono realizzate.
Nell'affrontare questo tema è doveroso citare le ricerche di Louis Sauer a cui Antoninon Saggio ha dedicato il libro "Un architetto americano: Louis Sauer", altre informazioni possono essere trovate sempre presso il sito del prof. Saggio (link).
Tra le verie ricerche/esperienze attuali vanno citate le case realizzate a Fukuoka da Rem Koolhaas, dove la tipologia a patio permette all'architetto olandese di realizzare due blocchi di case particolarmente ermetici verso la città esterna ma aperti verso la corte ed il cielo , in tal modo vengono realizzati spazi interni molto riservati e particolarmente luminosi.
Quasi una citazione pare essere il progetto "patio island" di MVRDV, anch'esso votato ad un introversione "giapponese" delle abitazioni, il patio diviene il fulcro delle stanze della casa che si presenta come un blocco massicio costituito da un aggregato di case a falda sezionate al colmo e vetrate interamente verso l'area privata, anche qui la presenza di una falda fortemente inclinata, in abbinamento con le generose aperture, permette di avere degli spazi interni molto luminosi e la possibilità di osservare il cielo (v. The Plan n.013 - marzo/aprile 2006)
Lavoro interessante poi è quello condotto da Pierre d'Avoine Architects nel progetto "invisible house" dove si evidenzia come la tipologia a patio possa essere utilizzata anche per lavorare in tessuti urbani già consolidati al fine di aumentare la densità urbana esistente. Dello stesso studio interessante anche il progetto "slim houses" mentre il progetto "swaythling housing", pur rifacendosi ad una tradizione anglosassone consolidata, sembra dimenticarsi delle soluzioni aggregative approfonditamente studiate da architetti del passato recente.
Esempio di come si possa arrivare a risultati assai differenti tra loro è quello di Bosch Architects. Nel loro piano urbano per Ijburg prevedono una strutturazione del territorio tale da incoraggiare la sperimentazione delle qualità spaziali degli interni, questo viene attuato attraverso una divisione in lotti particolarmente lunghi e stretti che costituiscono una condizione ideale per la realizzazione di case ad uno o piu' patii, proprio come le 8 row-house che realizzano in seguito assieme a van den Oever-Zaaijer&P. Architecten.
Quasi contemporaneamente, all'interno del piano di Vinex di Ypenburg (piano firmato da MVRDV) realizzano delle case sovvenzionate costituite da blocchi d'appartamenti i cui accessi sono concentrati sulla corte centrale che diviene un grande spazio condiviso dalle famiglie che vi abitano.
In questi due casi è importante considerare sia la differenza di committenza che di scala dell'intervento, elementi che condizionano fortemente gli esiti progettuali. Se nel primo caso la corte è un luogo esclusivo della casa, dove gli abitanti possono trovare una privacy assoluta e verso cui si affacciano le stanze della casa, nel secondo caso la corte è intesa come sostitutiva d'un sistema di accessi tradizionale e al tempo stesso come luogo semi-pubblico di socializzazione tra le persone che abitano il complesso.
Da notare che la tipologia a patio non significa necessariamente alta densità abitativa, anzi spesso viene impiegata nella realizzazione di ville e progetti di housing a densità medio-bassa. Proprio per questo motivo è interessante approfondire le potenzialità che questa tipologia antica offre anche per interventi di housing in cui si vuol raggiungere densità medio-alte.
Prossimamente pubblicherò altri esempi di progetti/realizzazioni di case a patio.
Questa tipologia viene fortemente impiegata in paesi quali il giappone, dove l'interiorità della casa è un aspetto condiviso dalle persone; inoltre le condizioni del contesto urbano rendono questo schema una soluzione quasi obbligata in molte situazioni, questo perche' le case vengono costruite a distanze minime tra loro. Le realizzazioni riguardano case unifamiliari su piu' piani, dove talvolta la corte interna è l'unica fonte di luce/aria della casa. Considerando la vicinanza di queste costruzioni unifamiliari, si puo' interpretare questa soluzione urbana come una gigantesca serie di case a schiera, ognuna costruita in autononia e con un proprio stile. Ciò ricorda molto da vicino il ragionamento che sta alla base della pianificazione che West8 ha attuato per l'insediamento di Borneo-Sporenburg ad Amsterdam dove la progettazione esecutiva delle costruzioni è stata affidata ad un gruppo di architetti che hanno dato interpretazioni diverse partendo dalle stesse contingenze, soluzioni dei vari architetti coinvolti nel progetto evidenziano la vitalità che questa tipologia continua ad offrire.
Oltre a questo esempio di ampio respiro, ci sono progetti e realizzazioni molto valide degli anni '50, '60 e '70 soprattutto in ambiente anglosassone (dedicherò una descrizione più approfondita dell'argomento in un post futuro). Attualmente vi è una riscoperta delle potenzialità offerte da questa tipologia sia per un rinnovato interesse disciplinare, sia per aspetti legati alla redditività degli interventi immobiliari, sia per aspetti legati alla necessità di una maggiore densificazione delle città al fine di renderle maggiormente sostenibili. Maggior densità territoriale singnifica infatti maggior sostenibilità per la realizzazione di servizi sociali-culturali-economici per la cittadinanza ed al contempo permette un ridotto utilizzo dell'automobile a favore di sistemi di spostamento alternativi e/o pubblici.
Tornando alla tipologia a patio, si nota come questo sistema permetta ottime soluzioni progettuali quando è applicata a case unifamiliari aggregate e sviluppate su più piani, mentre presenta dei limiti nei casi in cui più abitazioni debbano affacciarsi sullo stesso patio. Ovviamente questo limite è diversamente percepito in base ai Paesi dove le case vengono realizzate.
Nell'affrontare questo tema è doveroso citare le ricerche di Louis Sauer a cui Antoninon Saggio ha dedicato il libro "Un architetto americano: Louis Sauer", altre informazioni possono essere trovate sempre presso il sito del prof. Saggio (link).
Tra le verie ricerche/esperienze attuali vanno citate le case realizzate a Fukuoka da Rem Koolhaas, dove la tipologia a patio permette all'architetto olandese di realizzare due blocchi di case particolarmente ermetici verso la città esterna ma aperti verso la corte ed il cielo , in tal modo vengono realizzati spazi interni molto riservati e particolarmente luminosi.
Quasi una citazione pare essere il progetto "patio island" di MVRDV, anch'esso votato ad un introversione "giapponese" delle abitazioni, il patio diviene il fulcro delle stanze della casa che si presenta come un blocco massicio costituito da un aggregato di case a falda sezionate al colmo e vetrate interamente verso l'area privata, anche qui la presenza di una falda fortemente inclinata, in abbinamento con le generose aperture, permette di avere degli spazi interni molto luminosi e la possibilità di osservare il cielo (v. The Plan n.013 - marzo/aprile 2006)
Lavoro interessante poi è quello condotto da Pierre d'Avoine Architects nel progetto "invisible house" dove si evidenzia come la tipologia a patio possa essere utilizzata anche per lavorare in tessuti urbani già consolidati al fine di aumentare la densità urbana esistente. Dello stesso studio interessante anche il progetto "slim houses" mentre il progetto "swaythling housing", pur rifacendosi ad una tradizione anglosassone consolidata, sembra dimenticarsi delle soluzioni aggregative approfonditamente studiate da architetti del passato recente.
Esempio di come si possa arrivare a risultati assai differenti tra loro è quello di Bosch Architects. Nel loro piano urbano per Ijburg prevedono una strutturazione del territorio tale da incoraggiare la sperimentazione delle qualità spaziali degli interni, questo viene attuato attraverso una divisione in lotti particolarmente lunghi e stretti che costituiscono una condizione ideale per la realizzazione di case ad uno o piu' patii, proprio come le 8 row-house che realizzano in seguito assieme a van den Oever-Zaaijer&P. Architecten.
Quasi contemporaneamente, all'interno del piano di Vinex di Ypenburg (piano firmato da MVRDV) realizzano delle case sovvenzionate costituite da blocchi d'appartamenti i cui accessi sono concentrati sulla corte centrale che diviene un grande spazio condiviso dalle famiglie che vi abitano.
In questi due casi è importante considerare sia la differenza di committenza che di scala dell'intervento, elementi che condizionano fortemente gli esiti progettuali. Se nel primo caso la corte è un luogo esclusivo della casa, dove gli abitanti possono trovare una privacy assoluta e verso cui si affacciano le stanze della casa, nel secondo caso la corte è intesa come sostitutiva d'un sistema di accessi tradizionale e al tempo stesso come luogo semi-pubblico di socializzazione tra le persone che abitano il complesso.
Da notare che la tipologia a patio non significa necessariamente alta densità abitativa, anzi spesso viene impiegata nella realizzazione di ville e progetti di housing a densità medio-bassa. Proprio per questo motivo è interessante approfondire le potenzialità che questa tipologia antica offre anche per interventi di housing in cui si vuol raggiungere densità medio-alte.
Prossimamente pubblicherò altri esempi di progetti/realizzazioni di case a patio.
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